Come sconfiggere l’HPV: con il vaccino e un nuovo Pap-test

4 min lettura Tumori A cura di Redazione LILT Ultimo aggiornamento:
Come sconfiggere l’HPV: con il vaccino e un nuovo Pap-test

Il 17 novembre è il secondo anniversario del grande accordo sottoscritto da 194 Paesi sotto l’egida dell’Oms il 17 novembre 2020 per sconfiggere il cancro alla cervice uterina.

Il programma è ambizioso e comprende tre obiettivi, da raggiungere nel prossimo decennio:

  • il 90% delle ragazze vaccinate contro il papilloma virus o HPV;
  • il 70% delle donne sottoposte a screening pre -lesioni cancerose
  • il 90% di accesso garantito alle cure.

Queste misure potrebbero ridurre i nuovi casi della malattia di oltre il 40% e prevenire cinque milioni di decessi entro il 2050. Non è poco. Secondo lo IARC, l’International Agency for Research on Cancer, il tumore della cervice uterina, o del collo dell’utero, è al quarto posto a livello mondiale tra le forme tumorali più comuni nella donna. E secondo i dati Airtum 2020, in Italia convivono con la malattia circa 51 mila donne e sono 2400 ogni anno le nuove diagnosi.

La vaccinazione anti-HPV: la prima prevenzione

Tra i tipi di virus, quasi duecento, ce ne sono circa una ventina pericolosi. perché se permangono, nell’arco di 7-15 anni possono causare un tumore a livello della cervice uterina, della vulva e della vagina nella donna, del pene nell’uomo, dell’ano e del cavo orale in entrambi i sessi.

Da qui, l’importanza della vaccinazione anti-HPV, che permette di prevenire circa nove tumori su dieci. Per ottenere la massima copertura il vaccino va eseguito a 12 anni e comunque prima di ogni rapporto sessuale, preliminari compresi. La ragione? In questa fase è pressoché azzerato il rischio di contagio con uno degli oltre cento tipi del Papilloma, compresi quelli a rischio oncologico.

La vaccinazione prevede due dosi fino ai 15 anni di età a distanza di 6 mesi l’una dall’altra, mentre tre dosi dopo i 15 anni: una subito, l’altra dopo 2 mesi e l’ultima dopo 6 mesi dalla prima, per iniezione intramuscolo. Gli studi garantiscono un’ottima copertura fino a oltre 10 anni e sono in corso ulteriori ricerche per capire se nel tempo rimane l’immunità. Il vaccino è a carico del Servizio sanitario nazionale per gli adolescenti nel corso del dodicesimo anno di età.

I controlli: l’importanza del Pap-test

L’esame fondamentale è il Pap-test perché è l’unico modo per diagnosticare precocemente le lesioni precancerose. Va eseguito regolarmente ogni tre anni a partire dai 25 anni di età, oppure a distanza di due anni dal primo rapporto sessuale. Il Pap test è ogni tre anni fino ai 30 anni circa. A partire da questa età viene eseguito l’Hpv Dna test ogni cinque anni.

Ma c’è una novità. Si chiama Co-test. «Prevede l’utilizzo di due metodiche, il Pap-test associato al HPV mRNA test», sottolinea Bernardina Stefanon, ginecologa e coordinatrice dei servizi di ginecologia LILT. «Riscontrare una negatività sia al Pap-test che al test HPV mRNA è rassicurante e la donna può sottoporsi al successivo controllo anche dopo tre anni o diversamente secondo le indicazioni del ginecologo curante».

Co-test: il nuovo Pap-test liquido in tutti gli Spazi LILT

Da questo mese in tutti gli ambulatori LILT il Pap-test tradizionale è stato sostituito con il Pap-test in fase liquida, che permetterà una valutazione morfologica più chiara.

Dopo il prelievo, invece di strisciarla sul vetrino, il ginecologo inserirà la spatolina con il campione raccolto in una provetta con una soluzione conservante. Il pap-test in fase liquida ha diversi vantaggi: le cellule non subiscono modifiche legate allo striscio, vengono separate da sangue e muco per una lettura nitida e si preservano integre a lungo. Inoltre la provetta permette di eseguire nel tempo altri test senza necessità di ripetere l’esame.
Dai 30 ai 60 anni (fascia di età in cui il virus diventa persistente e potenzialmente pericoloso) o su indicazione medica, con un solo prelievo sarà eseguito il Co-test: il nuovo pap-test e il test molecolare (HPV mRNA test), più sensibile nell’identificare le donne con lesioni di alto grado. In caso di esito positivo, il ginecologo ha a disposizione la colposcopia per osservare la mucosa e fare una biopsia per l’esame istologico.

“LILT propone un rapporto personalizzato tra ginecologo e paziente. Un percorso salute per la donna, costruito su misura in base a età, storia e anamnesi, basato sull’informazione e sul dialogo, attento all’intero apparato riproduttivo. Una prevenzione oncologica che diventa predittiva grazie a un biomarcatore come l’mRNA test che seleziona donne con integrazione del virus nel DNA della cellula, quindi a maggiore rischio di progredire a lesioni alto grado”.

Bernardina Stefanon, coordinatrice ginecologia LILT

Redazione LILT