Prevenire è: proteggersi dall’HPV

Il Papilloma Virus è il principale fattore di rischio per il tumore del collo dell’utero.
È un’infezione che si trasmette per via sessuale ed è in crescita fra i più giovani.
Conoscere i rischi e avere rapporti attenti e protetti rappresentano un primo passo per la prevenzione.
I Papilloma Virus Umani sono una famiglia di virus a DNA di cui sono stati identificati più di 100 tipi. 40 di questi sono responsabili di patologie legate all’area ano-genitale e orale.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha evidenziato 12 tipi di HPV definiti oncogeni, quindi responsabili dello sviluppo di neoplasie. Due tipologie in particolare, HPV16 e HPV18, sono responsabili di oltre il 70% dei casi di tumore alla cervice uterina.
Il virus si trasmette per via sessuale, si stima che circa l’80% delle donne sessualmente attive entra in contatto col virus. La maggior parte delle infezioni è transitoria e asintomatica, il 60-90% si risolve spontaneamente entro 1 o 2 anni.
Se l’infezione da HPV persiste nel tempo può portare allo sviluppo di lesioni precancerose della pelle o delle mucose, alcune di esse possono poi evolvere in carcinomi. Il tumore maggiormente associato all’HPV è quello del collo dell’utero (detto anche della cervice uterina), che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è il primo cancro a essere totalmente riconducibile all’infezione.
Il tempo che intercorre tra la contrazione dell’infezione e l’insorgenza di lesioni è di circa 5 anni, l’insorgenza del tumore invece richiede decenni, dai 20 ai 40 anni. Sono circa 2.700 i nuovi casi l’anno, che corrispondono all’1,8% di tutti i tumori incidenti nelle donne, è più frequente fra le più giovani.
Non solo cervice uterina, l’HPV è responsabile anche di circa il 90% dei tumori dell’ano, considerati patologia rara, con 300 casi l’anno, del 70% dei tumori della vagina, del 40% dei tumori della vulva (anch’esse patologie rare) e del 50% dei tumori del pene per i quali rappresenta un fattore di rischio ma la sola infezione non è sufficiente a causare il tumore in un uomo sano.
La presenza del virus HPV, in particolare le forme 16 e 18, è responsabile anche del 26% dei tumori dell’orofaringe. L’infezione si trasmette attraverso il sesso orale ed espone a rischio maggiore chi ha più partner. Colpisce soprattutto i più giovani e può interessare cavo orale e orofaringe. Si stimano circa 1.900 nuovi casi l’anno di tumori dell’orofaringe, di cui 1.500 tra gli uomini.
La trasmissione del virus avviene attraverso il contatto con cute o mucose ed è legata a rapporti sessuali poco attenti. L’utilizzo di protezioni come il preservativo, riduce il rischio di infezione, ma non lo elimina del tutto, il virus può infettare anche le parti non coperte dal profilattico.
Ha un’incidenza in costante crescita tra i giovani. Il numero di partner sessuali e la giovane età al momento del primo rapporto sessuale rappresentano i fattori di rischio più rilevanti.
Avere rapporti attenti e utilizzare protezioni aiuta a difendersi dal virus, ma queste azioni possono non essere abbastanza. Il vaccino permette di prevenire il rischio di un’infezione da HPV, è efficace se somministrato prima che l’organismo sia stato a contatto con il virus. Non è obbligatorio, ma è fortemente raccomandato. Viene consigliato alle ragazze e ai ragazzi in giovane età.
In Italia sono oggi disponibili tre tipologie di vaccini: quello bivalente che viene consigliato solo alle femmine e che aiuta a prevenire lesioni precancerose della cervice uterina, della vulva e della vagina e il cancro della cervice uterina, causati dai tipi HPV 16 e 18; e il quadrivalente che è consigliato a maschi e femmine, previene anche le lesioni dell’ano da HPV 16 e 18 e aiuta nella prevenzione dei condilomi ano-genitali da HPV 6 e 11.
Il più recente, un nuovo vaccino chiamato 9-valente, consigliato a tutti assicura la protezione da 7 tipologie oncogene di HPV oltre ai tipi 6, 11, 16 e 18.
Proprio perché esistono centinaia di tipi di HPV è importante fare regolarmente esami di diagnosi precoce oncologica attraverso il Pap-test, che permette di identificare le lesioni precancerose, e attraverso l’HPV test, un esame che serve a ricercare tracce del DNA del virus di HPV a rischio oncogeno.
La diagnosi precoce è di fondamentale importanza, permette di individuare l’infezione quando ancora è agli esordi e permette cure efficaci e mirate.